Più cose urgenti hai da fare e più la tua mente ti boicotta. È una proporzione indiretta che lega l’esigenza di concentrazione alla voglia di procastinare in modo quasi vergognoso. Per questo, davanti ai libri, di sera, con l’esame alle porte, ecco che la mia mente va da un’altra parte, in un posto totalmente a sbagliato, dove non vorrei mai tornare. E allora, penso.
Alcune cose nella vita sono dei veri e propri proiettili. Ti lasciano uno squarcio enorme in petto e, per quanto tu possa curarti, gli strascichi di quell’incidente te li porti sempre dietro. Siamo frutto di tutte queste cose sommate insieme, attenti a non farci riaprire le ferite, consapevoli o meno del nostro modo di reagire agli eventi. Come/cosa sarei senza tutta questa armatura? Quale sarebbe la mia identità, immacolata e non inquinata dalle proiezioni esterne? Ma soprattutto: è possibile non sporcarsi? Mantenersi sempre distaccati, ricominciare da zero ogni volta, via, cancella, prendi un altro foglio e riscrivi…? e riscrivi…? Ma sarebbe positivo? Sarebbe solo un comportamento ingenuo?
Non lo so. Non lo so.
Io sono specchio di frustrazioni esterne, raccolgo in me parti di altri che quegli altri non volevano, vomitandomele addosso, lasciandomi corrodere dagli acidi. Sono vaso per le opere di carità, a volte qualcuno mi lascia un’offerta o anche semplicemente un sorriso, passando. Spero di coltivare qualcosa per ridare indietro altrettanto. Sono pozzo, pozzo da cui tanti hanno attinto tanta acqua, lasciandomi senza. Ma come faccio a coltivare, allora? Non c’è acqua, e la terra è acida…
Più cose urgenti hai da fare e più la tua mente ti boicotta.